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STAMPA DALLA CORSA
Ferrari sempre nel gotha dello sprint: a Bari è 4°
Bari, 13 maggio - Quinto a Belfast, settimo a Dublino, oggi 4° a Bari. Il ruolino di marcia di Roberto Ferrari al Giro d'Italia colloca lo sprinter della LAMPRE-MERIDA nel gotha della velocità.
Senza Kittel in gruppo, il quoziente di difficoltà per i velocisti nella 4^frazione della Corsa Rosa (112 km, da Giovinazzo a Bari) avrebbe potuto apparire minore, ma ci ha pensato la pioggia a rendere la faccenda ancora impegnativa per le ruote veloci del gruppo: il circuito finale di Bari (8 giri da 8250 metri ciascuno) è stato bagnato da precipitazioni intermittenti che hanno reso scivoloso l'asfalto, convincendo la direzione di corsa a neutralizzare l'ultima tornata.
Ferrari è stato, come nelle precedenti tappe, molto bravo a conquistare, nel giro finale, una posizione a ridosso della testa del gruppo, evitando con prontezza ben due cadute che hanno falciato corridori che pedalavano nella parte anteriore del plotone.
Il velocista blu-fucsia-verde si è trovato in coda a un drappello ristretto a 6 atleti, sui quali sono rientrati Bouhanni e Viviani: una sbandata all'uscita dell'ultima curva ha costretto Ferrari a una rimonta sul francese lanciato vittoriosamente verso il traguardo, recupero che si è fermato al 4° posto.
"Evitare le cadute e rimanere nelle prime posizioni è stato un bel colpo, un misto di fortuna e di prontezza - ha spiegato Ferrari - Per questo motivo, mi dispiace non aver sfruttando ancora di più questa occasione che mi ero conquistato.
All'uscita dell'ultima curva ho iniziato a spingere in coincidenza del passaggio su una striscia stradale, perdendo ovviamente per un breve istante aderenza: sono momenti concitati, volevo lanciarmi il prima possibile verso il traguardo e invece mi sono trovato costretto a cercare la rimonta".
Nessun corridore della LAMPRE-MERIDA è rimasto coinvolto nelle cadute che hanno caratterizzato il finale: un bel riscontro per l'allestimento meccanico delle bici Merida e dei tubolari Continental da 25mm.
Elia Viviani cade, si rialza e chiude quinto
Viviani: "Dire che è stata una tappa sfortunata è poco. Sono dispiaciuto perché poteva essere una grande occasione. Non sono mancate né gambe né voglia di fare, ma solo la fortuna. Stavamo impostando la volata in maniera impeccabile e proprio nel momento decisivo ha cominciato a piovere, rendendo l'asfalto una saponetta. Marangoni è stato il primo a scivolare, poi Gatto, Ratto ed io. Mi sono rialzato d'istinto, ho provato ad inseguire ma ormai era troppo tardi per fare la volata. Il rammarico è anche per la forte botta che ho preso all'anca destra che proprio non ci voleva".
"Credo non si debba montare un caso su quello che è successo oggi in gruppo, sono cose che fanno parte della corsa. Abbiamo fatto un giro prudente per non prendere troppi rischi. C'è stata una discussione con l'organizzazione e la giuria, come talvolta accade, ed hanno compreso le perplessità che c'erano in gruppo sul rischio cadute. Con l'ultimo giro neutralizzato, la corsa è ripartita come doveva. Credo che lo spettacolo sia stato garantito e credo sia stato giusto anche essere prudenti all'inizio. Purtroppo abbiamo visto cosa è successo nel finale...".
Elia Viviani è stato sottoposto precauzionalmente a radiografia per la contusioni riportate al bacino, parte destra, con esito negativo.
Contusioni e abrasioni, sempre a destra, sono state riportate anche dagli altri corridori caduti Alan Marangoni, Oscar Gatto e Daniele Ratto.
Ancora maltempo al Giro, Duque 12° allo sprint
Chi pensava che l’arrivo in Italia avrebbe subito fatto dimenticare le piogge e il maltempo irlandese è stato presto smentito. Ancora nuvole e pioggia hanno accompagnato il Team Colombia e tutta la carovana rosa nella 4a tappa del Giro d’Italia, la più breve fra quelle in linea con i suoi soli 116 km da Giovinazzo a Bari. Il francese Nacer Bouhanni (FDJ) ha avuto la meglio nello sprint ridotto ai soli velocisti, dopo che il maltempo e l’asfalto scivoloso avevano portato l’organizzazione a neutralizzare la gara a un giro dal termine sul circuito finale, dopo che il gruppo aveva marciato senza attacchi e ad andatura costante per l’intera durata della tappa.
Il Team Colombia raccoglie un altro piazzamento nei primi 15 grazie a Leonardo Duque, 12°, ma in precedenza una serie di scivolate aveva messo fuori causa, fra gli altri, Edwin Avila: “Già da qualche giro io e Jeffry Romero stazionavamo nelle primissime posizioni del gruppo, poi all’ultima tornata ha iniziato a piovere forte, e a 1 km dal termine ero pronto a giocarmi la volata – spiega il velocista -, ma la prima scivolata sull’asfalto bagnato degli uomini della Giant ha creato un piccolo buco davanti a me, che ho provato a colmare subito. Purtroppo è stato lì che ho perso aderenza e sono finito a terra.” Fortunatamente nessuna conseguenza di rilievo per El Kalimeno, che ha terminato senza problemi la sua tappa.
La stessa caduta che ha coinvolto Avila ha condizionato il finale anche di Jeffry Romero, costretto ad allungare la propria traiettoria in curva e a perdere numerose posizioni: alla fine è arrivato comunque il 20° posto di tappa per lui.
Domani il Giro incontrerà il primo arrivo in salita al termine della 5a tappa, Taranto-Viggiano (203 km): nel finale la doppia ascesa di Viggiano potrebbe provocare le prime scremature, ma occhio anche alle fughe da lontano. E intanto, anche domani, sul traguardo è attesa pioggia.